23 de febrero de 2025

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C’è un’app per scoprire gli UFO nella tua città, e magari segnalarne uno

C’è un’app per scoprire gli UFO nella tua città, e magari segnalarne uno

Sto provando a condividere l’avvistamento di un UFO su Enigma, un’applicazione che ho appena installato sul mio iPhone. Il sistema mi chiede se il fenomeno che ho osservato nel cielo assomiglia a un drone, a una lanterna cinese o a un missile. Se rispondo di no, si entra nel merito: alcune schermate dopo, mi trovo

Sto provando a condividere l’avvistamento di un UFO su Enigma, un’applicazione che ho appena installato sul mio iPhone. Il sistema mi chiede se il fenomeno che ho osservato nel cielo assomiglia a un drone, a una lanterna cinese o a un missile. Se rispondo di no, si entra nel merito: alcune schermate dopo, mi trovo davanti a una griglia che mostra una serie di forme stilizzate. Si va dal cono, alla croce, al cilindro. Devo selezionare la forma della luce nel cielo. Seguono altre richieste di informazioni, riguardanti, ad esempio, la distanza stimata, il movimento e la larghezza – è impossibile non pensare al modulo dell’Aeronautica Militare da compilare in caso di avvistamento, ne abbiamo parlato qui. In realtà non ho visto nessuna luce al di sopra della linea dell’orizzonte. Sto solo testando il software.

Però di sedicenti testimoni ce ne sono in continuazione: nel feed mi imbatto nel video di uno strano punto luminoso immortalato negli USA alle 22.23 dell’8 settembre, seguito da un oggetto non troppo diverso comparso in Irlanda qualche ora dopo. “Io e mio fratello – scrive l’utente che ha caricato la seconda registrazione – eravamo seduti al sole fuori casa nostra, era una giornata molto calda e non c’era nessuna nuvola nel cielo”. Tra i commenti qualcuno scrive: “Molto interessante”. Oppure: “Ho condiviso qualcosa di molto simile”. A scorrere il feed di Enigma sembra che un’invasione sia appena cominciata. I racconti di sedicenti testimoni piovono da ogni parte del mondo, a distanza soltanto di alcune ore. Un attimo dopo però si realizza che, nei casi migliori, foto e video presentano uno sfondo uniformemente azzurro o nero e che la risoluzione non è abbastanza elevata da consentirci di distinguere l’oggetto ritratto da una sonda metereologica. Tuttavia l’idea di una piattaforma disponibile gratuitamente in diversi paesi, che può raccogliere e organizzare per la ricerca e l’analisi i resoconti degli avvistamenti, è piena di potenziale.

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David Wall//Getty Images

Enigma è il frutto del lavoro di Enigma Labs, un team di tecnici con l’obiettivo di creare una piattaforma per la raccolta dei dati, aggregare una comunità di appassionati e approfondire la ricerca nel campo degli UAP, gli Unidentified Aerial Phenomena (fenomeni aerei non identificati). La sigla UAP sostituisce sempre più spesso la dicitura UFO, sia perché comprende un range più ampio di ipotesi possibili, sia perché non si porta dietro lo stesso carico di scetticismo che hanno accumulato negli anni gli Unidentified Flying Object (oggetti volanti non identificati). Ricapitolando, lo scopo dell’applicazione di Enigma è sfruttare per la ricerca sugli UAP il potenziale di quella telecamera che ognuno di noi si porta in tasca, facendo leva sulle sinergie possibili grazie a internet. Se qualcuno avvista un UAP nelle mie vicinanze, e lo segnala in tempi brevi sulla piattaforma, posso ricevere una notifica e alzare gli occhi al cielo, nella speranza di fare lo stesso avvistamento, segnalandolo a mia volta. A questo punto si avranno almeno due corrispondenze, che renderanno i report più affidabili.

È uno dei sistemi tramite i quali il team di Enigma sta cercando di eliminare il rumore di fondo, perché naturalmente ci sono un sacco di cose apparentemente strane lì in alto, non tutte degne di essere indagate. Per cominciare, l’applicazione è dotata di una modalità fotografica interna che permette di leggere i metadata in maniera più precisa, associandoli ai singoli frame e non (come avviene di solito) all’istante in cui inizia la registrazione. I metadata sono le informazioni che il nostro smartphone abbina alle immagini: il luogo in cui è avvenuto lo scatto, l’autore, i parametri intrinseci della telecamera ed eventuali modifiche. Coordinate importanti al fine di stabilire come, dove e quando è avvenuto l’avvistamento e che possono essere incrociate nel caso in cui due o più persone sottopongano al sistema documenti diversi ma relativi allo stesso UFO. Ecco che si inizia a intravedere il potenziale di un lavoro collettivo, tanto più efficace quanto più ampia sarà la comunità che partecipa all’impresa.

Per facilitare una scrematura alla base, Enigma si avvale della realtà aumentata. Si tratta dell’opzione “Identify” (cioè “identifica”) della modalità fotografica, che sovrappone all’immagine della fotocamera alcuni cubi di colore bianco. Questi ultimi indicano la posizione in tempo reale dei satelliti, estratta dalle telemetrie pubbliche dei governi e delle compagnie spaziali private. Se il nostro UFO si sovrappone a uno dei punti di colore grigio, nasce il ragionevole dubbio che non di UFO si tratti ma di satellite. Nelle intenzioni della compagnia, in futuro lo strumento di augmented reality includerà elicotteri, palloni sonda, droni, lanci missilistici, pianeti e aerei.

Lo step successivo consiste nell’assegnare un punteggio a ciascun avvistamento. Più è alto, più l’avvistamento è credibile. Il “confidence score” ci aiuta nella navigazione. Se faccio zoom nella mappa del mondo contenuta nell’app fino ad atterrare su Milano, posso accedere a un elenco di 10 cosiddetti “enigma”, cioè avvistamenti, verificatisi nel capoluogo di regione lombardo. Due hanno un “punteggio di fiducia” di 35. L’app mi spiega che dipende da una serie di fattori, come l’indipendenza dei testimoni, le migliori condizioni di visibilità, le eventuali conferme da parte di alcuni sensori, la possibilità di verificare l’evento etc. Al contrario, più è basso il punteggio, più è possibile che l’avvistamento non abbia nulla di misterioso, oppure che sia difficile da verificare. Nel blog sul sito ufficiale di Enigma Labs si accenna anche a un modello di machine learning da allenare sui set di dati etichettati manualmente. Con il tempo, questo modello dovrebbe diventare via via più accurato e portare alla luce dei pattern che agli occhi umani sono rimasti invisibili.

Torniamo al mappamondo. Se faccio zoom su Avellino, mi imbatto nella notifica di un avvistamento del 2020 a Cassano Irpino, con tanto di fotografie e confidence score di 26. Ci sono anche report di eventi simili, stavolta soltanto testuali, risalenti al 1996, al 1986, al 1978, un’annata d’oro, e addirittura al 1964. Significa che i responsabili di Enigma hanno inglobato nell’applicazione alcuni database, rendendoli poi navigabili attraverso una mappa. Per il momento non mi sembra che tutto funzioni alla perfezione, ad esempio in Italia ci sono poche segnalazioni non pescate dagli archivi, ma credo dipenda da una questione di scala: Enigma è simile a un esperimento al quale possiamo partecipare tutti, la cui efficacia potrebbe dipendere dal numero di utilizzatori.

In un articolo di Vice di gennaio 2023 si accenna ad alcuni partner di Enigma Labs, i quali avranno un accesso di livello più alto ai dati raccolti dall’applicazione. Questi partner nel pezzo non vengono nominati, ma il quotidiano di informazione Politico ha pubblicato un report riguardante una partnership tra il governo degli Stati Uniti ed Enigma Labs. È il tipo di cose che ti rinfacciano su Reddit se tieni un “domande e risposte” nel canale r/aliens (non esattamente un raduno di moderati), cosa che Enigma Labs ha effettivamente fatto. Alcune domande sono rimaste inevase – forse il tempo a disposizione per sottoporle era limitato, oppure Enigma Labs aveva già risposto in altre sedi. Tuttavia il risultato ottenuto dall’iniziativa mi sembra essere stato quello di aver raccolto una generale sfiducia. Potete farvi un’idea di come siano andate le cose seguendo questo link.

Un altro aspetto da tenere in considerazione è il modo in cui anche la NASA e il governo degli Stati Uniti si stanno muovendo riguardo agli UAP. Uno studio indipendente, pubblicato lo scorso 14 settembre, ha definito l’osservazione di eventi non identificati “un’opportunità scientifica unica che richiede un rigoroso approccio basato sulle evidenze”. La NASA, si legge nelle conclusioni dello studio, può fare affidamento su banche dati e su una strumentazione per l’osservazione dislocata tra cielo e terra. Il testo però prosegue con un accenno ai report civili: “Il panel ha scoperto che non esiste al momento alcun sistema standardizzato per sottoporre report civili riguardanti gli UAP, la qual cosa risulta in dati sparsi e incompleti privi di cura e di verifica”. David Spergel, che ha presieduto la conferenza stampa con la quale sono stati presentati i risultati dell’indagine, ha suggerito alla NASA di sviluppare un’applicazione che gli utenti possono installare sul proprio smartphone per collezionare i dati: “È un’opportunità per coinvolgere il pubblico”, ha detto in quell’occasione e ribadito nelle interviste. Dopo le parole di Spergel, la NASA ha nominato Mark McInerney direttore della ricerca sugli UAP, mentre ancora non è passata ai fatti per quanto riguarda lo sviluppo di un’app per i report civili. Uno strumento del genere però già esiste, si chiama Enigma.

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Giuseppe Giordano

Guardo film e gioco a videogiochi, da un certo punto della vita in poi ho iniziato anche a scriverne. Mi affascinano gli angolini sperduti di internet, la grafica dei primi videogiochi in 3D e le immagini che ricadono sotto l’ombrello per nulla definito della dicitura aesthetic, rispetto alle quali porto avanti un’attività di catalogazione compulsiva che ha come punto d’arrivo alcuni profili Instagram. La serie TV con l’estetica migliore (e quella migliore in assoluto) è comunque X-Files, che non ho mai finito per non concepire il pensiero “non esistono altre puntate di X-Files da vedere per il resto della mia vita”. Stessa cosa con Evangelion (il manga).